Eleonora Moro si sta confessando nella chiesa di Santa Chiara quando un crescendo di sirene ed elicotteri la interrompe e la costringe ad avviarsi fino alla vicina via Fani, dove osserva impotente la strage della scorta di suo marito. A casa viene raggiunta dapprima dai figli e a seguire da una lunga processione di politici, il Presidente della Repubblica Giovanni Leone compreso. La donna discute con Zaccagnini, segretario della DC, accusandolo di avvallare la linea dei giornali che discreditano suo marito pur di non aprire la trattativa da lui richiesta. Quando il padre confessore di Santa Chiara la mette in contatto con una suora che asserisce di aver visto un sospetto via vai nel suo convento la donna contatta Cossiga, che però liquida la testimone come non attendibile. Il giornalista Guerzoni le porta un’ambasciata: il Presidente Moro la chiamerà alla sede della Caritas. Ma il brigatista all’altro capo del telefono asserisce di non riconoscere la voce di Eleonora e tronca la comunicazione. Dopo che il Papa chiede la liberazione incondizionata di Moro, Moretti chiama direttamente casa Moro e chiede a Eleonora l’intervento diretto di Zaccagnini, altrimenti dovranno procedere alla condanna a morte. La donna tramite il giornalista Guerzoni rilascia una dichiarazione, stigmatizzandone il perseverante immobilismo dei politici, poi in un ultimo disperato tentativo si fa mettere in contatto con la suora bistrattata da Cossiga. E così le forze dell’ordine irrompono nel convento sospetto dove scoprono…il set di un istant-movie sul rapimento di Moro.