È l’anno 33, quello in cui un uomo muore sulla croce, risorge e sale al cielo come Dio. Il suo nome è Gesù e Pietro è il suo più fedele discepolo. Ma nei convulsi momenti che portano alla morte del maestro, Pietro non ha la forza di resistere e lo rinnega per tre volte. Pietro e gli altri discepoli, adesso che Lui è morto, non sanno che fare, disperati e increduli di quello che è successo. Pietro deve vincere le proprie debolezze e capire che gli era stato affidato un compito, il compito di tenere unita la comunità e di edificare spiritualmente e materialmente la Chiesa. Pervaso dai sensi di colpa per il rinnegamento e per non aver saputo salvare il maestro, Pietro non si sente adeguato, non si sente all’altezza di quel compito. Intanto dopo tre giorni Gesù risorge, appare ai discepoli e fa capire a Pietro che ha mantenuto la promessa; ora tocca a lui mantenere la sua. Pietro inizia a predicare e a scontrarsi con chi è contrario a quella predicazione. Temibile avversario si rivela Paolo di Tarso, persecutore implacabile e violento. Ma un ulteriore prodigio accade: Paolo si converte e si aggiunge ai discepoli. E proprio Paolo sarà determinante nella decisione che Pietro deve prendere: il messaggio del Cristo è per tutti gli uomini, non per i soli ebrei e non è necessario per un pagano diventare ebreo. Questa è la decisione che cambia la storia. Ora tutti possono diventare cristiani e quale miglior posto per diffondere quel messaggio se non Roma, la capitale del mondo? Paolo vuol diffondere il Verbo anche lì. Anni dopo Paolo chiama Pietro a Roma: i cristiani vogliono sentir parlare chi Lo ha conosciuto. Pietro pensava che la vecchiaia gli avrebbe portato il riposo, ma sa che non può sottrarsi al richiamo di un amico e al richiamo della Fede. Pietro parte per Roma.