Nel 2044, in un futuro pre-apocalittico, la Terra è destinata alla completa desertificazione, l'umanità si avvia verso la sparizione e lotta per tentare di sopravvivere in un ambiente sempre più ostile. Per contrastare incertezza e paura la società umana ricorre alla tecnologia e dà vita al primo androide quantistico, l’Automata Pilgrim 7000, un'intelligenza superiore in grado di alleviare il peso della minaccia che incombe sugli uomini. Rigidi protocolli di sicurezza garantiscono il controllo dell’uomo sugli androidi. L’agente della ROC (Robotics Corporation) Jacq Vaucan è pagato per verificare i modelli difettosi di Automata Pilgrim 7000 e pian piano comincia a scoprire le vere intenzioni che si celano dietro gli androidi, giungendo a scoprire una verità scomoda e inquietante legata al futuro della razza umana. Una storia al confine tra sci-fi e realtà racconta l'inizio di un'era in cui in cui uomini e robot convivono. Cuore tematico del film, che tanto deve alla visione proposta nelle opere di Asimov, la teoria della singolarità tecnologica, elaborata dagli scienziati negli anni ’50: il regista Gabe Ibáñez, qui al suo secondo lungometraggio dopo "Hierro" del 2006 e co autore della sceneggiatura insieme a Igor Legarreta e Javier Sánchez Donate, esplora la complessità della mente umana, spingendosi fino alla sfida tra uomo e macchina. Nel ruolo del protagonista Jacq Vaucan c'è Antonio Banderas, che di questo film è anche co-produttore, affiancato dalla ex moglie Melanie Griffith, che aveva recitato con Banderas nell'ormai lontano 1995 in "Two much - Uno di troppo", film che tra l'altro segnò l'inizio della relazione tra i due divi. Nel cast di supporto Dylan McDermott e Birgitte Hjort Sørensen ("In ordine di sparizione", "Borgen").