Tra le centinaia di autovetture disegnate da Giugiaro, ce n’è una in particolare che spicca per aver travalicato i confini di genere, trasformandosi in qualcosa che va oltre la semplice autovettura. È l’auto con cui Marty viaggia nel tempo, e con cui vola grazie alle sue portiere ad ali di gabbiano: una DeLorean DMC-12, l’auto diventata iconica grazie al film “Ritorno al futuro”. La disegnò lui, Giorgetto Giugiaro. Il titolo di quel cult film, al netto del significato relativo ai viaggi nel tempo, ben sintetizza l’opera e la carriera di questo maestro del design che il mondo ci invidia: perché, se da sempre il compito di un bravo designer è di saper immaginare e disegnare il futuro, nel caso di Giugiaro si tratta anche della visione di un futuro reso possibile dalle radici che non ha mai reciso con il proprio passato: Garessio, il suo paese natale al quale sempre ritorna, e la pittura, che è stata il primo grande amore, e perciò mai dimenticato. Famoso per avere realizzato più di 300 modelli e prototipi di automobili di serie, ascolteremo amici, critici, giornalisti raccontare chi è Giugiaro, al di là anche dei suoi successi. E ascolteremo lui stesso raccontarsi e descrivere le autovetture a cui è più affezionato: dalla Panda e la Golf fino a supercar come la Chevrolet Testudo, la già citata DeLorean, l’Alfa GT Junior e tante altre. Lo vedremo mentre dipinge un trittico di 3 tele 5x20 per la chiesa di Garessio. O mentre scala, a più di ottant’anni, le sue montagne in sella a una moto da trial, per quel pizzico di adrenalina che rende vivi. Perché ripercorrendo la sua carriera, che sia attraverso alcune delle sue auto più iconiche o anche semplici oggetti di design, come una bottiglia d’acqua, e indagando il rapporto tra forma e sostanza, libertà creativa e funzionalità. “Giugiaro, disegnando il futuro” è un viaggio intorno alla natura e al metodo di un design industriale che ha fatto scuola perché non si è rinchiuso in una torre d’avorio, ma si è messo in viaggio per il mondo nutrendosi di arte e vita, come la voglia di andare ancora in moto e di dipingere stanno, appunto, lì a testimoniare. Un viaggio allora che si nutre di sogni e di desideri, per rincorrere il brivido di un’emozione.