Il commissario Lazzaro si ricorda le modalità dell’arresto del serial killer: coinvolto in un conflitto a fuoco ne aveva ferito la moglie Beatrice, in seguito morta. Tutte le vittime dell’assassino – che in carcere era stato soprannominato "il Lupo" - sono direttamente o indirettamente responsabili di quella morte. Nel frattempo Lazzaro scopre che Simona ha una figlia: Valentina. Segue Simona, la spia, la osserva assieme alla piccola. Poi la affronta: è lui il padre della bambina? La risposta di Simona è brusca: no, non è figlia sua, e non vuole che lui si intrometta nella sua vita privata. Lazzaro incassa in silenzio. Però a questo punto capisce che tutti i suoi uomini lo stanno proteggendo, capisce che Simona gli ha mentito, che non c'è nessun fidanzato con il quale ha litigato, che gli sta accanto su incarico di Malatesta. Chiede alla donna di andarsene. E al più presto. Non vuole angeli custodi, non vuole coinvolgimenti emotivi, non vuole menzogne. Simona però non è tipo da farsi mettere i piedi in testa: ha avuto un incarico e lo porterà a termine. Se Lazzaro vuole liberarsi di lei, deve solo prendere l’assassino. A quel punto non avranno più niente a che fare l’uno con l’altra e lei se ne andrà. Ma il serial killer non si trova. Anzi, colpisce ancora. La nuova vittima è il direttore del carcere, colpevole di avergli negato la possibilità di rivedere sua moglie un’ultima volta. Per Lazzaro è un colpo pesante: si sente responsabile, avverte che in un modo o nell’altro tutto è cominciato da lui. Passa notti insonni. Se non riesce a fermare "il Lupo", quale sarà la prossima vittima?