Si ricomincia dal punto esatto in cui ci eravamo fermati: l'evasione del boss Vincenzo Matrone (Marco Basile) dalla clinica riabilitativa in cui era ricoverato. Corrono tutti nel luogo da cui è scappato. Dall'investigativa alle volanti, non manca nessuno. L'affare è troppo grave. Il capro espiatorio è un giovane poliziotto, l'unico di piantone a quell'ora davanti alla stanza del boss. Il ragazzo si è assentato solamente pochi istanti per prestare aiuto a un'infermiera alle prese con una donna in coma. Che Matrone sia potuto scappare per puro caso, però, sembra impensabile. Doveva esserci un piano perfettamente orchestrato. Forse qualcuno che aspettava nell'ombra, qualcuno pronto a lanciarsi in una corsa disperata per condurlo il più lontano possibile dalla polizia... Nel frattempo una donna arriva al Sant'Andrea e denuncia la scomparsa di suo marito, un noto uomo d'affari. L'uomo le aveva parlato di un viaggio di lavoro a Berlino e sembrava avere molta fretta. Ma di quel viaggio nessuno sa niente, neppure in ufficio. La donna non crede che sia scappato con un'amante, suo marito non è il tipo. Sciacca (Tony Sperandeo) scopre che, prima di sparire, l'uomo ha dettato alla segretaria un breve messaggio da recapitare alla figlia: "tutti possono sbagliare". Che cosa significano queste parole?Un vero rebus per gli agenti del Sant'Andrea, una corsa contro il tempo alla scoperta della verità. Cafasso (Renato Carpentieri), trasferitosi al commissariato Bellini per smascherare la talpa che ha mandato a morte l'agente Anna De Luca (Anna Foglietta), continua a tenere d'occhio i suoi nuovi uomini. Il vicequestore firmando alcuni documenti fa una importante scoperta: il commissario Livia Palma (Gaia Zoppi) ha cambiato pistola d'ordinanza. Perché proprio adesso? E soprattutto: perché in gran segreto?