In seguito al fallimento di una importante operazione, Cafasso (Renato Carpentieri) si convince sempre di più che la talpa nascosta nel commissariato Bellini è il commissario Livia Palma (Gaia Zoppi). Dal suo telefono, infatti, è partita una chiamata verso un cellulare misterioso, intestato ad un morto. Un numero attivato subito dopo l’evasione del boss Vincenzo Matrone (Marco Basile). Il vicequestore decide, così, di estromettere il commissario Palma dalle indagini e di tenerla costantemente sotto controllo: la donna non va lasciata sola nemmeno un secondo… Un bambino Rom viene investito da un auto. Il guidatore sostiene di esserselo trovato davanti all’improvviso, come se stesse scappando. A Laura (Ester Botta), che cerca con dolcezza di farlo parlare, il piccolo dice solamente di avere 12 anni, un’età non perseguibile per legge. In commissariato, intanto, una folla impazzita di gente fa la stessa denuncia: durante la notte, al cimitero, sono stati rubati tutti i vasi di rame. Non ci vuole molto a collegare i due avvenimenti: il cimitero è molto vicino al luogo dell’incidente e gli zingari sono nel traffico di rame. Il bambino, sentito nuovamente dai nostri, racconta, la sua storia fatta di sfruttamenti e privazioni. Ma il giorno dopo sparisce misteriosamente nel nulla… Gli uomini Sant’Andrea sono sempre sulle tracce del boss Vincenzo Matrone (Marco Basile). A fornire un prezioso contributo nelle indagini è una vecchia conoscenza dei nostri: l’agente Silvia Esposito (Alessia Barela), passata alla Dia. Attraverso l’arresto di un camorrista si scopre che Matrone, ancora in città, ha velocemente recuperato il controllo del territorio: sta collaborando con i nigeriani e, per i suoi traffici, si serve di prostitute di colore. Walter (Federico Tocci) e Silvia si offrono di tenere la zona sotto controllo. E così, dopo due anni di silenzio, i due si ritrovano di nuovo insieme. Dopo settimane d’attesa, viene finalmente approvato il trasferimento del commissario Pettenella (Massimo Wertmuller). L’uomo realizza che il Sant’Andrea non è solo un posto di lavoro, ma anche un luogo in cui vivono affetti importanti e sentimenti profondi.