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Sciarada - Il circolo delle parole
Nella sua carriera di letterato, Francesco Petrarca ebbe a che fare molto di più con il latino che con litaliano e con il fiorentino dice lo storico della lingua italiana Giuseppe Patota, scriveva abitualmente in latino, imitava gli scrittori latini che erano alla base della sua cultura e non pensava affatto, a differenza di Dante, che il volgare fosse il sole nuovo, la lingua che avrebbe diffuso il sapere e la cultura fra i ceti borghesi della società comunale. Petrarca, al contrario, era convinto che la gloria gli sarebbe arrivata grazie alle opere scritte in latino. Ma scelse il volgare per scrivere quello che è considerato il primo libro di versi della nostra poesia, un Canzoniere, cioè una raccolta di componimenti lirici legati da un unico filo conduttore. Francesco Petrarca, nato nel 1304 e scomparso nel 1374 (questanno quindi ricorrono i 720 anni dalla nascita e 650 dalla morte), per comporre questopera, a cui si dedicò per quarantanni, dal 1334 al 1374, utilizzò il volgare fiorentino, anche se mantenne il latino nel titolo: Rerum vulgarium fragmenta, cioè Frammenti di cose volgari.
Alla raccolta di liriche che ha fondato la lingua poetica di tutta la nostra storia letteraria è dedicata Francesco Petrarca e la lingua del Canzoniere, per Sciarada. Il circolo delle parole, con alcuni tra i più importanti storici della lingua italiana come Giuseppe Patota, Giuseppe Antonelli, Lucilla Pizzoli, Stefano Telve. A fare da contrappunto alle riflessioni dei linguisti, le letture di alcuni dei versi più celebri del Canzoniere affidate allattore Lorenzo Parrotto, in uno speciale interamente girato allAccademia Nazionale dei Lincei a Roma.
Petrarca scelse il volgare fiorentino dice Lucilla Pizzoli - soltanto perché voleva mettersi alla prova: voleva sperimentare le possibilità della nuova lingua nel genere più alto e raffinato, la poesia. Definì questo suo passatempo poetico ancora una volta con una parola latina: nugae, nugellae cioè inezie, bazzecole, cose prive d'importanza. Eppure, a questo passatempo di poco conto Petrarca dedicò tutta la vita. Da questo fiorentino, però, Francesco Petrarca eliminò tutte le parole e tutte le forme che gli parevano troppo locali puntualizza Stefano Telve. Nel suo lavoro di correzione, annotava in brevi appunti (scritti, nemmeno a dirlo, in latino) tutti i suoi dubbi e le sue perplessità, per esempio scrivendo: Questa versione mi piace più di tutte le altre, Qui di in un altro modo, e così vi...

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Sciarada - Il circolo delle parole va in onda il giorno 23-04-2025