Nei pressi della cittadina russa Zapoljarnyj, nella parte centro-occidentale della penisola di Kola, nel 1970 è stato avviato un progetto di perforazione della crosta terrestre con l’obiettivo di studiare la geochimica e la geofisica dello strato di crosta sottostante. Questo progetto, che nel 1989 ha raggiunto la profondità di 12.262 metri aggiudicandosi un primato mondiale ancora imbattuto, è conosciuto come Pozzo super-profondo di Kola e ha alimentato anche inquietanti leggende metropolitane che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “Pozzo dell’Inferno”. Partendo proprio da questi suggestivi racconti che attribuivano al pozzo di Kola l’onere di rappresentare l’entrata per l’Inferno, il regista Arseny Syuhin ha dato vita all’adrenalinico Superdeep. Nel film si racconta l’impresa di un team di scienziati, tra cui la geologa Anna, che vengono inviati in un sito di ricerca nel Circolo Polare Artico dove in un pozzo super-profondo sono state registrate inspiegabilmente delle inquietanti urla umane. Quello che Anna e gli altri scienziati troveranno scendendo nella cavità sarà tanto pericoloso quanto raccapricciante. Ispirandosi chiaramente a classici della fantascienza come Alien e La cosa, Arseny Syuhin confeziona un solido fanta-thriller che inizialmente punta sul mistero di quello che può aspettare i protagonisti nelle profondità terrestri, abbandonandosi, poi, nell’ultimo atto, a un body-horror che lascia il segno in quanto a spettacolarità e spavento.