Silvia Broome, brillante traduttrice presso le Nazioni Unite, ascolta per puro caso una conversazione in un raro dialetto. Con suo grande orrore, scopre che è in atto un complotto per uccidere il presidente di un piccolo Stato africano. La donna si rivolge all’F.B.I. che le assegna un agente di scorta: Tobin Keller. Ma, man mano che Keller scava nel passato di Silvia, cresce in lui il sospetto che la donna sia, in realtà, coinvolta nell’organizzazione dell’attentato. A trent’anni di distanza da “I tre giorni del Condor”, Sydney Pollack ritorna al thriller, strizzando l’occhio a Hitchcock. Divisa la critica. C’è chi saluta con entusiasmo l’ottima interpretazione dei due protagonisti (Nicole Kidman e Sean Penn), e chi considera la pellicola solo un’ennesima occasione persa. Una curiosità: per la prima volta nella storia del cinema le cineprese hanno varcato i confini del Palazzo di vetro a New York. L’impresa non riuscì nemmeno a Hitchcock che per il suo “Intrigo internazionale” fu costretto a ricostruire in studio la "sala dei visitatori".